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Catcalling: serve un intervento normativo ad hoc

WWW.DIRITTOETUTELAFOIS.COM - Molestie da strada, tolleranza zero a fischi e apprezzamenti volgari nei confronti delle donne

Il fenomeno si chiama Catcalling ed è frutto della società patriarcale e maschilista in cui ancora viviamo. Le statistiche sono impietose. L'avvocato Fulvia Fois invoca un intervento normativo ad hoc

Care lettrici e cari lettori,
questa settimana voglio parlare con voi di un argomento di cui si è sentito discutere tantissimo negli ultimi giorni e che pare aver scatenato una vera e propria polemica non solo tra gli utenti del web ma anche tra le personalità dello spettacolo che hanno sentito la necessità di dare la loro testimonianza o semplicemente prendere posizione sull’argomento.
Sto parlando del Catcalling, termine moderno con il quale stiamo ad indicare le vecchie “molestie da strada” ovvero tutti quei comportamenti inopportuni e sgradevoli che le donne si trovano a dover sopportare durante una passeggiata o una semplice uscita.
Pensiamo ad esempio a fischi, apprezzamenti poco eleganti, frasi a sfondo sessuale, gesti o versi da parte di sconosciuti che semplicemente incontriamo per strada: ecco, questi atteggiamenti rientrano nel catcalling.
L’argomento di discussione si è aperto dopo che alcune donne dello spettacolo hanno manifestato la propria insofferenza e il proprio disgusto a fronte dei continui fischi durante le proprie attività quotidiane come la corsa o la passeggiata e nel giro di qualche giorno sono state centinaia e poi migliaia le testimonianze di donne che hanno vissuto esperienze simili e, purtroppo, non le hanno dimenticate.

Sfortunatamente anche i dati sembrano confermare questa bieca abitudine.
Le donne che non escono da sole sono circa il 36% a fronte dell’8% degli uomini, ma il dato più preoccupante è che, secondo un sondaggio fatto dal Corriere della Sera, alla domanda “Ha paura da sola di notte?” solo 2 donne su 200 (pari allo 0,01% delle intervistate) hanno risposto “no, mai”.
Ma non finisce qui.
Anche Ipsos riporta che il 70% delle adolescenti dichiara di aver subito molestie e apprezzamenti sessuali in luoghi pubblici e quasi una su tre è stata palpeggiata sempre in luoghi pubblici (31%).
Donne seguite per strada, anche in pieno giorno, palpeggiate da sconosciuti sul treno o sull’autobus durante l’orario di punta, vittime di gesti osceni che, se denunciati, fanno anche sorridere chi ascolta.

È questa la normalità?
A giudicare dalle reazioni sembrerebbe di sì, ma io non concordo, non deve essere così!
Non sono mancati, infatti, i commenti di chi è rimasto indignato dal fatto che un gratificante “ah bella!” o un’innocua “palpatina” – ormai diventati tradizione e, a tratti, anche segno distintivo del nostro paese - possano ora quasi assumere rilievo penale.
Eppure in Francia è così: oltralpe, infatti, il catcalling è diventato un reato punibile con multe che vanno dai 90 ai 1.500 euro a seconda che si tratti di molestia o, peggio, di intimidazione.
E in Italia come stanno le cose?
Al momento non è prevista un’autonoma fattispecie di reato per il catcalling ma alcune condotte tipiche del suddetto fenomeno possono essere ricondotte a diverse ipotesi criminose già previste nel nostro codice penale come ad esempio lo stalking, le molestie o la violenza sessuale.
Questo tuttavia, non basta in quanto rischia di lasciare impuniti una serie di atteggiamenti che, seppur ormai facenti parte della nostra quotidianità, non sono più concepibili.
Non è accettabile, infatti, che nel 2021 le donne - madri, sorelle o figlie che siano - abbiano ancora il timore di passeggiare da sole per strada o di indossare quello che vogliono per paura di essere aggredite verbalmente o fisicamente da sconosciuti. È dunque assolutamente necessario un intervento normativo che detti delle regole e delle sanzioni forti volte a punire chi tratta le donne come oggetti.
Il fatto che per decenni si sia accettata questa abitudine patriarcale e maschilista non significa che anche le generazioni future debbano farlo.

Cosa ne penso io?
Fischiare ad una donna non è un complimento, così come non lo sono le frasi sessiste che gratificano soltanto chi le pronuncia.
C’è un disperato bisogno di cambiamento e questo non può che partire proprio dagli uomini di oggi e di domani.
Insegniamo ai nostri bambini che gli apprezzamenti alle donne si fanno nel rispetto reciproco, con gentilezza, con un fiore, con parole e gesti adeguati e rispettosi.

Se avete delle domande o volete suggerirmi un argomento di cui parlare potete farlo scrivendomi all’indirizzo e-mail dirittoetutela3.0@gmail.com o compilando il form che trovate sul sito www.dirittoetutelafois.com.

                                                                                                                                                                                                                                                             Avvocato Fulvia Fois



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