Alienazione parentale: cosa significa e quali conseguenze?
Alienazione parentale: cosa significa e quali conseguenze?
L'avvocato del Foro di Rovigo Fulvia Fois illustra una pratica pericolosa per la salute dei figli minori in una coppia di genitori che litiga per separazione o divorzio
Care lettrici e cari lettori, questa settimana voglio parlarvi di un argomento davvero molto delicato e purtroppo molto diffuso, ovvero l’alienazione parentale.
Con il termine alienazione parentale stiamo ad indicare tutte quelle condotte denigratorie poste in essere da un genitore al fine di screditare la figura dell’altro agli occhi dei figli, nell’intento di determinare un progressivo allontanamento e distacco della prole dallo stesso.
Pensiamo ad un padre che continua a ripetere ai propri figli che alla madre non interessa nulla di loro e che pensa soltanto a se stessa. Ma pensiamo anche ad una madre che cerca di convincere i figli che il loro padre li ha abbandonati.
Queste condotte – spesso retaggio di rapporti conflittuali tra i genitori – soprattutto quando accompagnate al particolare e delicato momento vissuto dalla prole, determinano una vera e propria manipolazione psicologica che porta i figli ad individuare il genitore alienato come responsabile della crisi tra i genitori e delle sofferenze subite, con conseguente grave pregiudizio per il rapporto genitori-figli così come tutelato dal Codice Civile.
L’art. 337 ter comma 1 c.c. sancisce infatti il cd. diritto alla bi-genitorialità dei minori, ovvero il diritto degli stessi a mantenere un rapporto continuativo ed equilibrato con entrambi i genitori a prescindere dalle dinamiche tra questi intercorrenti, diritto che viene evidentemente leso nel caso in cui uno dei genitori ponga in essere condotte alienanti verso la figura dell’altro.
Ma il comportamento alienante di un genitore può essere sanzionato?
Innanzitutto, occorre tenere presente che le condotte denigratorie e lesive dell’altra figura genitoriale, soprattutto quando particolarmente gravi, possono avere rilevanza sotto il profilo risarcitorio.
Diverse, infatti, sono state le pronunce giurisprudenziali che hanno condannato il genitore collocatario che aveva posto in essere condotte alienanti, al risarcimento del danno non solo nei confronti dei figli minori ma anche del genitore alienato.
Ed è possibile, invece, per il genitore alienato, chiedere e ottenere la modifica del regime di affidamento dei figli proprio sulla base delle condotte alienanti dell’altro?
Sul punto la giurisprudenza è ormai concorde nell’affermare che, in tema di modifica delle modalità di affidamento dei figli minori, non bastano le semplici deduzioni e le denunce di un genitore circa i comportamenti dell’altro, essendo invece necessario accertare quanto dedotto attraverso consulenze tecniche ma anche attraverso presunzioni, valutando anche il rapporto del genitore alienante con i figli, nonché l’effettiva capacità genitoriale dello stesso.
A fronte di ciò, tuttavia, diversi e discrepanti tra loro sono stati gli orientamenti giurisprudenziali inerenti l’effettiva possibilità di mutamento del regime di affidamento sulla base dell’alienazione.
Se da un lato, infatti, alcuni Tribunali hanno sancito come le gravi condotte di alienazione parentale poste in essere da un genitore possano giustificare l’affido esclusivo all’altro, dall’altro, la Suprema Corte ha adottato un orientamento più moderato, ritenendo che anche in presenza di simili condotte, debba ritenersi preferibile valutare l’adozione di un percorso di “recupero” del genitore alienante, essendo l’affidamento esclusivo un’extrema ratiocui non è possibile ricorrere in presenza di alienazione parentale, stante anche il controverso fondamento scientifico di tale sindrome.
COSA NE PENSO IO?
La sindrome di alienazione parentale esiste e può avere irreversibili e gravissimi effetti sulla crescita dei figli minori, rischiando di logorare e pregiudicare irrimediabilmente il loro rapporto con una delle figure genitoriali.
Per questo credo che sia fondamentale saper individuare questa sindrome e, al di là delle valutazioni circa il fondamento scientifico della stessa, riconoscerle un ruolo dirimente nelle dinamiche familiari e ciò proprio al fine di tutelare il preminente interesse dei minori al mantenimento di un rapporto equilibrato e costante con entrambi i genitori.
Questa è una rubrica di informazione e divulgazione giuridica che ha il solo scopo di voler contribuire a livello sociale alla conoscenza dei propri diritti in quanto è mia convinzione che solo così è possibile tutelarli efficacemente dal punto di vista legale.
Se avete delle domande o volete propormi un argomento di cui parlare, potete farlo scrivendomi all’indirizzo e-mail dirittoetutela3.0@gmail.com o compilando il form che trovate sul sito www.studiolegalefois.com.
Avv. Fulvia Fois