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Giustizia riparativa: di che cosa si tratta?

Care lettrici e cari lettori, questa settimana voglio parlarvi di un particolare istituto introdotto nel nostro ordinamento dalla riforma Cartabia ovvero la giustizia riparativa.

Per giustizia riparativa si intende qualsiasi procedimento che permette alla vittima e all’autore del reato di partecipare attivamente, se vi acconsentono liberamente, alla risoluzione delle questioni risultanti dal reato con l’aiuto di soggetti imparziali.

L’obiettivo principale della giustizia riparativa è quello di promuovere la responsabilizzazione dell’autore del reato affinché, indagando i motivi della propria condotta, nonché riconoscendo la natura delle proprie azioni e delle conseguenze che le stesse hanno avuto sulla propria e sull’altrui vita, riconosca la vittima e si adoperi per, oltre che riparare il danno, ricostruire i rapporti sociali – sia con la vittima che con soggetti terzi – che il fatto ha inevitabilmente leso.

Ma come raggiungere questi obiettivi?

Ciò premesso ed al fine di avere una visione completa di tale strumento, è bene evidenziare che l’accesso ai programmi di giustizia riparativa è possibile in ogni stato e grado del processo – in caso di reato procedibile a querela, anche prima della proposizione della stessa – e per ogni tipologia di reato, a prescindere dalla fattispecie e dalla gravità e ciò a meno che lo svolgimento del programma stesso possa comportare un pericolo concreto per i partecipanti.

Al programma di giustizia riparativa possono partecipare non solo l’autore del reato e la vittima, ma anche altri soggetti quali familiari, persone di supporto, servizi sociali, enti o organizzazioni rappresentanti degli interessi lesi dal reato, le autorità di pubblica sicurezza e chiunque altro vi abbia interesse.

Al termine dello svolgimento del programma di giustizia riparativa, nel corso del quale vittima e reo sono accompagnati da almeno due mediatori, il mediatore trasmette all’Autorità Giudiziaria una relazione attestante le attività svolte e l’esito positivo o negativo dello stesso, che potrà essere valutato dall’Autorità stessa al fine, ad esempio, della determinazione della pena, della concessione di benefici o della modifica di eventuali misure di sicurezza applicate, fermo restando che, nel caso in cui il programma non sia stato svolto o abbia avuto esito negativo, la condizione del reo rimarrà immutata, non potendo l’esito negativo dello stesso pregiudicare la condizione dell’autore del reato.

Va ricordato che l’istituto della giustizia riparativa si basa su alcuni principi fondamentali quali la partecipazione attiva e volontaria dei soggetti coinvolti, l’equa considerazione dell’interesse della vittima del reato e dell’autore dello stesso, la riservatezza sull’attività svolta e sulle dichiarazioni rese nel corso del programma di giustizia riparativa, la proporzionalità dell’esito riparativo eventualmente raggiunto, nonché l’imparzialità del mediatore e la garanzia della sua terzietà rispetto ai soggetti coinvolti.

Ma quali sono gli effetti della giustizia riparativa?

L’esito positivo di un programma di giustizia riparativa può avere diverse conseguenze a seconda dei casi.

Ad esempio, per reati procedibili a querela soggetta a remissione, l’esito riparativo raggiunto con la partecipazione del querelante è considerata causa estintiva del reato in quanto equiparata alla remissione tacita della querela, mentre in caso di reati procedibili d’ufficio o a querela non soggetta a remissione, l’esito positivo rileverà come criterio da utilizzarsi ai fini della determinazione della pena, ai fini della concessione dell’attenuante di cui all’art. 62 n. 6 c.p.16 ovvero come condizione specifica della sospensione condizionale breve della pena.

COSA NE PENSO IO?

La giustizia riparativa rappresenta un modello complementare a quello retributivo, capace di restituire centralità alla persona e al dialogo tra autore del reato e vittima. In un’ottica di tutela effettiva dei diritti e di responsabilizzazione individuale, essa si configura come uno strumento prezioso per promuovere una giustizia più umana, partecipata e orientata alla ricomposizione del legame sociale.

Avv. Fulvia Fois



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