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Spiare il cellulare del partner è reato, con conseguenze pesanti!

WWW.DIRITTOETUTELAFOIS.COM - Spiare il cellulare del partner è un reato dalle conseguenze pesanti

L'avvocato Fulvia Fois rappresenta il quadro dei reati possibili quando si intercettano email, chat, posta elettronica dei dispositivi di compagni e coniugi quando protetti da password

Care lettrici e cari lettori, questa settimana parliamo di un tema scottante: spiare il telefono o il pc del  proprio partner è lecito?

A tutti, nella vita, è capitato di essere per così dire “vittime” della curiosità e, sospinti da un anelito di sospetto, abbiamo pensato di sbirciare tra i messaggi, le e-mail, le chiamate o le foto presenti nello smartphone o sui profili social dei nostri compagni.

Sembrerebbe un gesto innocuo, ma che può avere delle conseguenze ben più gravi della scoperta di qualche “chat” compromettente.

Che cosa dice la legge al riguardo?

Innanzitutto dobbiamo chiarire che il diritto alla riservatezza dell’individuo è un diritto fondamentale che non può considerarsi affievolito dalla sussistenza di una relazione o di un matrimonio tra le parti interessate.

Questo significa, ad esempio, che chi “spia” il telefono del proprio partner – protetto da password – senza il consenso di quest’ultimo, può essere responsabile del reato di accesso abusivo ad un sistema informatico.

L’art. 615-ter del nostro Codice Penale, prevede infatti la reclusione fino a tre anni per chi si introduce abusivamente in un sistema informatico o telematico – quali ad es. un computer o uno smartphone – protetto da misure di sicurezza o vi si mantiene contro la volontà espressa o tacita del proprietario: ciò significa che potrebbe essere penalmente rilevante anche la condotta di chi, pur essendo già a conoscenza della password perché comunicatagli dal proprietario dello strumento informatico – vi acceda per scopi diversi da quelli inizialmente concordati.

Pensiamo ad esempio a tutte quelle coppie che utilizzano un unico pc per guardare le rispettive mail personali ma ad un certo punto il marito si mette a sbirciare tra le mail della moglie alla ricerca della prova di un presunto tradimento: in questo caso, oltre all’accesso abusivo ad un sistema informatico, sarà ravvisabile anche l’art. 616 c.p. relativo al reato di violazione, sottrazione e soppressione di corrispondenza.

I rischi sembrano potersi affievolire grazie ai numerosissimi “programmi – spia”, ovvero appositi software ci consentono di vedere tutto quello che fanno, dicono o scrivono i nostri fidanzati o mariti senza doverci infangare troppo le mani o la coscienza. 

Mi dispiace deludervi ma anche in questo caso la responsabilità penale è dietro l’angolo!

È stato infatti stabilito che l’installazione di software-spia su dispositivi altrui – ma anche l’installazione di microspie o qualsiasi strumento audiovisivo nel domicilio altrui - integra il reato di interferenze illecite nella vita privata ex art. 615-bis c.p., esponendo l’autore al rischio della reclusione da sei mesi a quattro anni.

E se invece creiamo un “profilo fake” su Facebook o Instagram e fingo di essere un’altra persona per vedere come si comporta il mio partner?

Il questo caso, il reato ravvisabile è quello di sostituzione di persona, che punisce con la reclusione fino ad un anno chiunque, per procurare a sé o ad altri un vantaggio o di recare ad altri un danno, si sostituisce ad altra persona o si attribuisce un falso nome o un falso stato.

Ma se le mie indagini hanno dato esito positivo, ad es. comprovando l’infedeltà di mio marito, posso usare le prove ottenute?

Il Codice della Privacy prevede la possibilità che i dati altrui possano essere trattati – in via del tutto eccezionale – senza l’autorizzazione dell’avente diritto, solo qualora ciò sia necessario a tutelare un diritto in giudizio, ovvero sia l’unico mezzo per contestare le pretese della controparte.

A questo proposito si è recentemente pronunciata anche la Cassazione Penale, la quale ha affermato che non è imputabile dei reati ex artt. 616 il marito che - grazie ad un apposito programma installato sul computer anni prima di comune accordo con la moglie per controllare la figlia minorenne - intercetta la corrispondenza elettronica della moglie per produrla poi nel giudizio di separazione personale.

Come possiamo vedere, l’arte dello spionaggio può essere davvero insidiosa e pericolosa e anche se sono fermamente convinta che una brutta verità è meglio di una bella bugia, siamo sicuri che valga la pena di rischiare così tanto per scoprirla? Io credo proprio di no.

Se avete delle domande o volete propormi un argomento di cui parlare, potete farlo scrivendomi all’indirizzo e-mail www.dirittoetutela3.0@gmail.com oppure compilando il form che trovate sul sito www.dirittoetutelafois.com.

                                                                                                                                                                                                                                                     AVVOCATO FULVIA FOIS



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