Violenza sugli animali: pene più severe e divieto di catene
Care lettrici e cari lettori, questa settimana voglio parlare con voi di un’importante novità legislativa che è stata tanto attesa nel nostro Paese.
È stato infatti approvato il disegno legge che, prevedendo una modifica del Codice Penale, interviene in modo incisivo sul tema della violenza sugli animali, di fatto segnando un netto distacco dalla precedente concezione degli animali come oggetti o semplici appendici della vita dell’uomo.
Finalmente, non solo gli animali vengono riconosciuti come soggetti di diritto meritevoli di tutela, ma vengono anche aumentate le pene inerenti ai reati commessi nei loro confronti.
Ma vediamo cosa cambia in concreto.
In primo luogo, vengono inasprite le pene in caso di maltrattamento o uccisione di animali.
Chi maltratta un animale rischia fino a due anni di reclusione, mentre in caso di uccisione dell’animale, la pena si alza fino a 4 anni, oltre ad una multa che può arrivare a € 60.000, pene che vengono aumentate di un terzo nel caso in cui i fatti siano commessi alla presenza di minori, nei confronti di più animali o se le condotte vengono riprese e diffuse online.
Pene inasprite anche per chi organizza combattimenti tra animali. In questo caso, l’organizzatore del combattimento rischia fino a 4 anni di reclusione e multe che possono arrivare a 160.000 euro, mentre per chi partecipa è prevista la reclusione fino a 2 anni.
Chi, invece, organizza o partecipa a eventi che comportano sevizie o strazio per gli animali rischia multe da 15.000 a 30.000 euro.
Anche le multe per chi tiene animali in condizioni non compatibili con la loro natura o in stato di grave sofferenza si innalzano da un minimo di 5.000 euro a un massimo di 10.000 euro.
Non solo.
Va infatti evidenziato come il disegno di legge sia intervenuto “ad ampio spettro”, condannando sia i casi più gravi ma anche quelli che possono essere considerati quotidiani gesti di crudeltà come tenere il proprio animale domestico in catena.
Sul punto, infatti, il disegno di legge è intervenuto facendo divieto al proprietario o a chi detiene, anche temporaneamente, un animale, di tenerlo incatenato o legato con altro strumento simile che ne impedisca il movimento, prevedendo una sanzione amministrativa da 500 a 5.000 euro in caso di violazione.
Assoluto divieto anche di commercializzare pellicce di gatto domestico, nonché di abbattere o alienare a terzi gli animali quando si sta procedendo all’accertamento di uno dei reati del titolo IX-bis.
Particolarmente rilevante, infine, il potenziamento del ruolo delle associazioni animaliste nella gestione della custodia e dell’affidamento definitivo degli animali sequestrati.
COSA NE PENSO IO?
Credo che l’approvazione del disegno di legge segni un importante traguardo non soltanto dal punto di vista giuridico ma anche civile.
Del resto, anche Mahatma Ghandi diceva: “La civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali”.
Non posso che essere d’accordo: è proprio il modo in cui trattiamo i più deboli — anche quelli di un’altra specie —a raccontare chi siamo molto più di qualsiasi parola.