Intelligenza artificiale: che pericolo!
Care lettrici e cari lettori, questa settimana parliamo di un argomento davvero particolare di cui si discute sempre più frequentemente.
Sto parlando dell’intelligenza artificiale (abbreviata I.A.), termine con cui si sta ad indicare quel ramo dell’informatica volto alla programmazione di macchine che siano in grado di dimostrare capacità tipicamente umane quali il ragionamento, l’apprendimento, la pianificazione e la creatività.
Pensando all’intelligenza artificiale molti di noi potrebbero ritenere che si tratti di qualcosa di astratto, proprio soltanto dei film di Hollywood o della più famosa letteratura fantascientifica ma è davvero così?
Nel corso dell’ultimo mese i nostri telegiornali ed i quotidiani on-line hanno spesso parlato di influencer da milioni di follower con guadagni mensili da capogiro che… non sono vere persone!
Proprio così, perché dietro i profili che milioni di utenti – tra cui anche personaggi famosi – credevano appartenere ad un’influencer o ad una modella in carne ed ossa, in realtà non c’è alcun corrispondente essere umano ma solo l’intelligenza artificiale.
Una terribile scoperta che ha lasciato attoniti tutti coloro che avevano letteralmente “perso la testa” per le donne ritratte nelle immagini pubblicate sui profili, ma che offre diversi spunti di riflessione.
Il fatto che la persona ritratta in una foto o in un video – che sembra in tutto e per tutto reale – in realtà non esista, porta inevitabilmente a pensare ai pericolosi risultati cui l’intelligenza artificiale, se indebitamente utilizzata, può condurre.
È proprio di pochi giorni fa, infatti, la notizia della diffusione di alcune false foto hard – create proprio con l’I.A. – di una giovane cantante americana, caso a fronte del quale gli Stati Uniti stanno pensando ad uno strumento legislativo per combattere il deprecabile fenomeno della produzione e falsificazione di immagini sessualmente intime da parte di software e intelligenza artificiale, prevedendo altresì un corrispondente strumento di denuncia e risarcimento in favore delle vittime.
Ma, mentre oltreoceano si sta lavorando all’impazzata per disciplinare il fenomeno, l’Europa come si comporta?
Il Consiglio e il Parlamento Europeo hanno approvato la prima regolamentazione al mondo – detta “AI Act” – relativa all’utilizzo dell’intelligenza artificiale al fine di garantire la sicurezza ed i diritti fondamentali delle persone, oltre che la trasparenza e la tracciabilità dei sistemi.
Oltre a ciò, è stato esplicitato che vengono qualificati come “a rischio inaccettabile” e sono quindi vietati, salvo alcune eccezioni, i sistemi che possono determinare una manipolazione comportamentale cognitiva di soggetti deboli (ad es. giocattoli che incoraggiano comportamenti pericolosi nei bambini) o che classificano le persone in base al comportamento, al livello socio-economico, alle caratteristiche personali, così come l’identificazione biometrica ed i sistemi di identificazione biometrica in tempo reale e a distanza, come il riconoscimento facciale.
Ad ogni modo, va tenuto presente che l’AI Act non è ancora stato definito completamente e non è ancora entrato in vigore.
E in Italia come stanno le cose?
Purtroppo, anche nel nostro Paese l’intelligenza artificiale ha avuto modo di far parlare di sé.
In diverse città, infatti, si sono registrati episodi in cui giovanissimi hanno utilizzato in maniera illecita questo strumento per “spogliare” proprie compagne di classe e insegnanti realizzando così foto “osé” delle stesse che hanno poi divulgato via social network.
Stante la mancanza di una normativa ad hoc volta a disciplinare il fenomeno, allo stato, la punizione di simili condotte non può che avvenire alla luce del Codice Penale – potendosi integrare il reato di pornografia virtuale ai sensi dell’art. 600 quater 1 c.p. e di diffamazione aggravata ex art. 595 comma 3 c.p. – e del Codice della Privacy, essendo le condotte descritte ascrivibili al trattamento illecito di dati.
COSA NE PENSO IO?
Credo che, come tutti gli strumenti che l’uomo ha pensato e creato, anche l’intelligenza artificiale debba essere urgentemente disciplinata da una corposa normativa che, oltre ad indicare i limiti di utilizzabilità della stessa, individui anche pene certe per gli utilizzi indebiti e strumenti di tutela celeri ed efficaci cui le vittime possono affidarsi.
Avv. Fulvia Fois